Consigli di lettura per giovedì 14 marzo 2019
Tag: memoria
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Bombe e Pozze
Prologo
La storia ritorna sempre, così all’improvviso, quando stai pensando ad altro, stai facendo altro. La storia con le sue tragedie, le sue storie, i suoi sentimenti. Ti riporta indietro o meglio ti fa “vedere” dietro. Presi dall’oggi, da un quotidianità più vissuta sui social che nella realtà un giorno di fine luglio appare la “storia” con tutta la sua immanenza grazie ad una bomba, si una bomba del 1943! Come ci sembra un mondo lontano e invece è qui nella terra a guardarci in faccia e a dirci “beh ti eri dimenticato da dove vieni? Non si può fare sono qui apposta, guardami bene e ascolta cosa ti racconto”
(Storia raccolta in un caldo luglio del 2018 in Italia Centrale al ritrovamento di una bomba della seconda guerra mondiale)
Parte della città è vuota. Uno scavo ha portato alla luce una Bomba americana sganciata 74 anni fa sulla ferrovia. Come sempre in questi casi le forze dell’ordine fanno il loro dovere. Seguendo norme codificatissime recintano l’area , alzano il livello di sicurezza. Le tute gialle della protezione civile assistono la popolazione che mugugna tra il preoccupato e l’infastidito. C’è una parte per tutti: orgogliosi protagonisti e altri solo spettatori . Tra la gente ferma ai blocchi un signore anziano.
Segaligno , curvo sulla schiena e dritto internamente. Ha molto da ridire sul teatro che tutti noi stiamo mettendo in scena. Se c’è qualcuno che fa il bastian contrario, ed ha in mente un copione diverso , beh…. vale la pena di ascoltarlo .
Una storia dissonante è come una serratura nascosta di una scatola mai aperta . Come al solito , non resisto e mi avvicino all’eretico . Lui, dopo avermi guardato da sotto in su , apre il suo sipario.
“Sa Commissà, … ero un bambino avevo meno di 10 anni allora. Ricordo i bombardamenti, le notti nei rifugi e il dopo. Qui era come la luna, erano cadute tantissime bombe. E ho visto. Ho visto i contadini interrare una bomba inesplosa e ricordo noi, noi ragazzini, quella stessa estate fare il bagno nelle pozze” .
Le pozze ???? dico io.
“Si le pozze dei crateri delle bombe che si erano riempite d’acqua”.Lo guardo come un marziano e lui fa lo stesso con me. Non c’è altro da dire tra me e lui, il resto sarebbe una bugia o una frase di circostanza .
Apparteniamo a due mondi diversi. Il suo dove si è visto e fatto di tutto e dove poche cose ti possono far paura. Quello d’oggi dove la paura guida i tuoi passi per ogni angolo di strada …
Mi guarda e, storto per dritto , mi fa , con l’ironia di chi ha davvero visto tanto : “mi stia bene Commissà”.
Proprio come quell’altro smargiasso. Mio padre.
Baruch Dayan Aemet
Questa notte ci ha lasciati Lello Di Segni, l’ultimo sopravvissuto al rastrellamento del ghetto del 16 ottobre 1943.
“Man mano che spariscono le persone temiamo solo che sparisca la memoria. È rivolgendoci agli studenti e soprattutto agli insegnanti che si può avere una speranza che tutto quello che è successo nel Novecento, per la colpa di essere nati, non diventi solo una riga di un libro di storia e poi nemmeno più quella”. (Liliana Segre)
Sta a noi oggi raccogliere l’eredità che i testimoni della Shoah ci hanno lasciato affinché non accada mai più.
Il racconto di quel 16 ottobre 1943
“Io non c’ero quel 16 ottobre del 1943 al Ghetto di Roma ma il racconto di quella notte mi è stato consegnato da chi, pur essendo di un’altra fede, aveva lì amici, conoscenti, fornitori. Persone che arrivando il giorno dopo non ha più trovato. Cha ha portato impresse nella sua memoria e nel suo cuore. Persone che avevano percorso con lui un pezzo di vita e che lui non aveva mai considerato “diverse”. Erano i suoi amici, fratelli, soci in affari. Allora, dopo i fatti del Ghetto, forse si rese conto del baratro che si stava spalancando e perciò non ha mai dimenticato ed è per questo che il Ghetto di Roma è stato il primo luogo che mi ha fatto conoscere della città eterna”.
http://www.16ottobre1943.it/it/testimonianze/settimia-spizzichino.aspx
Vi invitiamo a vedere ed ascoltare la testimonianza rilasciata da Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta al rastrellamento del ghetto.